Sopravvalutare la grotta magica nelle sue possibilità goderecce: ovvero, i falsi miti della vagina.

grotta

grotta Caterina, Trieste. Klemen Becan libera Fidel Castro. 9A 

Sempre per la serie: mancanza di educazione sessuale decente, siamo pieni di falsi miti sul canale vaginale. Ora, la sottoscritta non ha una formazione professionale in merito.

Lungi da me mettermi a fare lezioni di anatomia, prendete le cose per quello che sono: opinioni soggettive rinforzate da ricerche online (evito vanity fair e cosmopolitan che non vanno bene nemmeno per accendere la stufa) e testimonianze reali di altre donne.

Io una vagina la ho, la conosco abbastanza alla soglia della 3^ decina, ma tutte le persone, ed i loro genitali, sono diversi.

Lo specifico perchè c’è ggente che gira per il web a cercare cure al melanoma col bicarbonato ed il limone (ignorando oltretutto le più basilari nozioni di chimica sugli acidi e le basi, le so io che avevo 4, su dai.)

sheldon

Quindi mi pongo con totale umiltà e soggettività in merito a qualsiasi spiegazione che abbia un che di manualistico. Non vedo l’ora di parlare di fellatio. Che bello. Poi ci vedremo al bar e sarà divertentissimo.

Comunque. Le fonti a sostegno delle mie tesi sono tante, accreditate; l’esperienza di molte donne con le quali mi sono confrontata fanno parte di queste fonti.

Quindi non usate la scusa dell’ “ennesimo parere trovato sul webbo” per continuare a usare male le vostre vagine o quelle degli altri.

Provatece, almeno.

Partiamo da nozioni anatomiche for dummies, alla larga.

I feti nel pancione di mammà formano l’apparato genitale partendo da presupposti anatomici molto simili

anatomia neonato

Già, cari amici del dualismo,

del “uomo e donna iddio li creò”

del “abbasso i froci e le leccamoquette che si curino”

La natura è saggia, si evolve nel modo più logico e sistemico, non potete semplificarla in dualismi così, perchè non sapete concepire altro. No, no. Mollate le sacre scritture e prendete qualche libro nuovo.

Comunque: abbiamo delle simpatiche saccoccie che per le donne diventano portauova e per gli uomini portagirini, abbiamo un canale che fa da autobahn in entrambi i casi, solo che uno si sviluppa un una struttura cava, accogliente e umida, l’altro sotto forma di vettore cavernoso pronto a diventare un allegro mattarello all’occorrenza.

La punta del pene è molto sensibile, irrorata ed innervata da divertentissime storie nervose che trasmettono al cervello tutto il divertimento e gli ordinano di rilasciare cose che vi fanno felici.

In un certo senso, la clitoride, è un piccolo pene. Da essa infatti, nel feto, si sviluppa il pene.

Siete confusi? La vostra incrollabile mascolinità e femminilità duramente plasmata a colpi di Barbie e Micromachines vacilla? Fate bene. Le differenze di genere sono più morbide e flessuose di quanto vi abbiano insegnato. Pure anatomicamente in un certo senso.

Ma di questo parleremo in un altro momento.

Dunque. L’unica educazione sessuale che riceviamo in merito è che il pene va a depositare un girino in fondo alla grotta, dove, in certi giorni, potrebbe esserci un ovetto ad aspettarlo.

Già tutta questa descrizione (l’unica istituzionale probabilmente) lascia trapelare la passività dell’organo femminile e l’attività di quello maschile…senza concedere spiragli di divertimento e varietà.

Dimenticandosi della muscolatura che sostiene e circonda la vagina. Il pavimento Pelvico. Del quale parleremo.

Che ansia. Molte donne passano la loro intera vita come dei pezzi di legno perchè hanno loro, direttamente o indirettamente, insegnato che si fa così. Che devono stare buone a farsi trapanare in un noioso su e giù finchè sto povero cristo ha finito e ti dice: “ti è piaciuto?”

E che cazzo gli dovete dire? bea me®da in venessian?

Non dite niente. Mentite.

Ma la colpa non è mica solo sua.

Le chiavi dei vostri genitali dovete averle voi se volete insegnare a guidare anche qualcun’altro.

Fate i compiti per casa: femene, masturbatevi un sacco e trovate il modo di comunicare cosa vi piace.

Torniamo al fottuto mito del principe azzurro, che dovrebbe sapervi remenare senza che nessuno glielo abbia insegnato (come dicevamo qui, parlando della necessità di non usare la pornografia mainstream come forma di educazione sessuale, ma solo come intrattenimento)

Fatto sta che, un po’ perchè la sessualità è stata a lungo concepita solo dal punto di vista maschile e della riproduzione e ben poco spazio era dedicato al piacere – femminile in particolare- un po’ perchè la diseducazione ha insegnato a generazioni di uomini e donne che toccarsi è roba brutta e quindi il sesso è perolpiù vaginale è penetrativo e morta lì…. ci siamo inventati una marea di robaccia in merito.

Abbiamo iniziato a credere che esistessero donne (moltissime si diceva) anatomicamente incapaci di raggiungere l’orgasmo, e molte di noi, in fasi della vita magari semplicemente difficili o per colpa delle fisime mentali che ci impedivano di lasciarci andare, hanno pensato di avere un problema perchè non venivano con due infilate di pisello.

Già perchè le donne e il senso di colpa indotto hanno un rapporto profondo diomadonna, pensiamo che la colpa sia nostra di default. Salvo poi informarci, fare due prove e capire che buona parte di quello che abbiamo imparato indirettamente sulla nostra vagina e il piacere sono cagate. O perlomeno non sono concetti così universali.

E poi, a rendere tutto ancora più fosco e complesso è arrivato il punto G.

Bufala smascherata già da un po’, per fortuna.

Che poi, facciamo chiarezza, parrebbe che l’esimio Grafenberg, che da il nome a questo interruttore fantasioso del piacere femminile, non lo abbia nemmeno mai descritto in questi termini.

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Ora, la stimolazione manuale penica o fallica in generale in quella zona è molto bedda. Non ignoratela. Ma non state tre ore a ravanare li in cerca di tesori nascosti. Considerate quella zona come ricettacolo di soddisfazioni, ma senza la fissazione di un punto. La abbiamo tutte, in maniera diversa, e funziona a tutte, in maniera diversa

Per anni ci hanno svangato le ghiandole con questo fantomatico PUNTO, che alla fine, non esiste. Non come centro perfetto e definito, come interruttore che se lo trovi, ravanandola alla tua partner, ottieni un’esplosione termonucleare e mesi di imbarazzo con i vicini.

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E quindi? lo so che volete le istruzioni per l’uso. Bene è più semplice di quanto pensiamo.

CLITORIDE

Sta tutto li. Si. Il nostro piccolo pene.

Abbiamo pensato per anni che fosse un extra, una roba rimasta li fuori a caso, della quale indirettamente tutti, dai genitori al prete, auspicavano non avremmo mai fatto uso.

E invece e tutto li. Le tipe che urlano come babbuini per 4 colpi penetrativi fingono, o fanno scena, o si divertono (perchè è bello pure prendere 4 martellate di pene alla fine) ma non nel modo in cui pensate voi, che vi impegnate in estenuanti trapanaggi senza prestare attenzione alle inclinazioni o alla stimolazione esterna.

Già, perchè quello che molte donne era un dato di fatto probabilmente da millenni, ora anche la scienza dice che è verità:

La soddisfazione sessuale femminile si basa sull’orgasmo e sulla decisione [resolution]: in tutte le donne, l’orgasmo è sempre possibile se gli organi erettili femminili, cioè il pene femminile, sono efficacemente stimolati durante la masturbazione, il cunnilingus, la masturbazione da parte del partner o durante i rapporti vaginali o anali se il clitoride è semplicemente stimolato con un dito

Dott.ri Vincenzo e Giulia Puppo

che poi sarebbero due esimi ricercatori e sessuologi, gli autori di questo articolo, se proprio avete bisogno di fonti che non siano la mia vagina.

Voi direte: ma io ho avuto delle partner (o io sono una donna) che raggiungono l’orgasmo senza stimolazione esterna. Già, è vero. Per molte di noi è così.

Ma magari non sempre, non in tutte le posizioni, non in tutti i momenti. Sembra complicato?

Lo è meno di quello che potrebbe sembrare se considerate una questione anatomica che fino a un tot di anni fa era oscura: ovvero che tutto il divertimento che ci da il vostro pene, o le nostre/vostre dita, o i sex toys che ci infiliamo, è dovuto alle ramificazioni della clitoride. Immaginatela come un arbusto con le radici, le radici si irradiano nella parete anteriore del canale vaginale. Uso il termine radice a scopo metaforico. Non ho nè le competenze anatomiche nè gli articoli scientifici alla mano per poter parlare di vere radici nervose. Ma così stanno le cose.

L’orgasmo “vaginale” come ve lo hanno descritto, non esiste. Che sollievo no? Non dover fare i conti con trenta tipi di orgasmi. Ah ovviamente nemmeno quello anale.

Qualcosa di fallico che penetra il deretano, al pari della vagina, può arrivare a stimolare (oltre alla sensibile zona anale) le radici della clitoride e noi ci divertiamo assai se le cose sono fatte bene.

Ma non esistono legami anatomici provati fra clitoride e vagina. La clitoride è un piccolo corpo erettile esterno, adiacente alla vagina e al retto. Tutti viscini viscini come gli animali dei video di Paperissima. Abbiate cura e non dimenticatevi di queste adiacenze.

Quindi, prestiamo attenzione alle inclinazioni. E ricordiamoci che ogni partner è un caso a se, anatomicamente la clitoride è come i peni maschili, possono essere diversi per forma, proporzioni fra le parti e mentalità/gusti del portatore/portatrice.

Ci sono peni che amano stimolazioni più forti e strette poderose, altri più delicati, allo stesso modo ci sono clitoridi che amano essere massaggiati e altri che prediligono tocchi più leggeri.

Una regola vale sempre

ogni secchezza è bandita

vale per tutti, portatori di genitali femminili e non

Uomini: e pucciate sto dito nella saliva o nella nostra vagina prima di remenarci, suvvia. Se sentite l’attrito di quando vi grattate un orecchio, non va bene. Ci vuole bagnato, wet, scivolosità, daicazzo.

Donne, se non ci arriva il partner (perchè unA partner mi auguro che ci arrivi con più semplicità)

fatelo voi, se proprio non vi sentite così femme libertine da sputarvi su due dita, ciucciatevele. Capirà.

terry finger

E porcamerda toccatevi mentre fate sesso. Non ce la fate? Vi vergognate. Approfittate di una scopata post aperitivi, bendatelo, oscurate la stanza (ma che non sia un abitudine. Dai scopare sempre al buio no. no. ) non so. MA FATELO

Non credo esista un uomo (a parte qualche muslim infigato con la storia delle 7 vergini in paradiso) che si infastidisca a vedervela menare mentre fate sesso; se lo incontrate proprio voi (che sfiga diolei) spiegategli queste questioni anatomiche e che NO, non siete strane o anorgasmiche voi. E’ anatomia pura. Che non rompa i coglioni. Sentirsi castrati per così poco è veramente da idioti.

Se non lo capisce, il mare è pieno di gustosi pesci turgidi e luccicanti di mentalità più aperta.

Oltretutto ciò dovrebbe essere sollevante anche per coloro che portano il pene, capite che, nonstante sentirsi belle riempite sia fighissimo, avere una terga immane o lunga un metro può servire giusto a fare l’elicottero per stupire gli amici, se poi non prestate attenzione alla lubrificazione (sto parlando a voi col cazzone, si) e a tutte le dinamiche inerenti la relativa sensibilità del canale vaginale in confronto alla clitoride.

Deve passare il messaggio che una donna che non raggiunge (sempre-mai-spesso) l’orgasmo con la sola penetrazione non è una donna di serie B, non ha nulla di sbagliato, non è anatomicamente strana nè diffettata. Svegliarsi. Che di danni ste cose ne hanno fatti e ne continuano a fare tanti

Con queste premesse capite che chi non pratica amabili leccate alla propria partner non sarà mai un buon amante, o meglio, priverà lei e la coppia di una buona quota di divertimento ed intimità. Fatevene una ragione. Per parcondicio, parleremo di fellatio a breve.

Ma la questione qui è ben diversa e fondamentale. Anche perchè, diciamolo, fare sesso vaginale dopo una gran leccata è una delle cose più favolose che ci siano, probabilmente dall’invenzione della combo uova-zucchero-mascarpone.

Ah, un’altra cosa che ci ha regalato lo scambiare prodotti di intrattenimento per educazione sessuale: la cosiddetta eiaculazione femminile. Gli dedicheremo del tempo. Ma si risolve in alcune grandi questioni:

Si può fare

E’ anche questione di tecnica

E’ sopravvalutatissima

Siamo anatomicamente diverse l’una dall’altra e nessuna è sbagliata nè voi siete inetti per forza, a volte semplicemente non si può

E’ sopravvalutatissima l’ho già detto?

E sostanzialmente come se un abuso di Ginnaste vite parallele a livello mainstream avesse convinto che tutti possono fare la spaccata frontale con dei tutorial su you tube. Certo, è possibile. Certo, avere indicazioni tecniche serve, ma la frontale resta una cosa complessa nella quale intervengono molti fattori oltre alla pratica e all’allenamento, alcuni anatomici.

Quindi evitamo di infigarci con altri falsi miti che ci distraggono dalle vere figate del sesso.

si. Bene. Allora compiti per casa: non perdere tempo a cercare tesori piuttosto ascoltare e parlare di più.

Femene, dai via le sottane da educande che donano solo alle testimoni di Geova e si sa, scopano solo il venerdì.

A presto

Diversità anatomiche. Che paura. Peccato che poi non vi spaventi gente come Belen Rodriguez

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Jamie Mc Cartney è un artista inglese classe 1971.

Se non fosse inglese, ben più adulto di me e probabilmente poco avezzo ai tramezzini con la salsa tartara di Gino zona Galleria dell’Accademia, potrei pensare che egli abbia frequentato Decorazione. Se non altro nel periodo in cui tutti ci facevamo calchi di qualsiasi cosa per celebrare l’arrivo in atelier delle resine siliconiche bicomponenti.

E’ diventato popolare per un’installazione composta da centinaia di calchi di vulve, il Great Wall of Vagina.

Per parcondicio, che poi qualcuno non sbuffi al “sempre figa sempre figa questa lancia i reggiseni”, comunico che tale installazione è stata creata in seguito ad un’altra serie di calchi, The Spice of Life, che comprendeva anche genitali maschili e altre parti del corpo.

Jamie ha messo pure il suo bigolo. E a tal proposito giungo a quello di cui mi interessava sparlare ivi et ora:

“Temevo di non essere all’altezza, perché non nascondevo un arnese da film porno nelle mutande. Dopo aver realizzato quella scultura, mi sono reso conto di non avere nulla di cui preoccuparmi. Le donne che si sono prestate per i calchi si sono sentite esattamente come me, quindi ho pensato che potesse essere una cosa terapeutica”.

Ora, lungi da me fare il Philippe Daverio della situa anche perchè non posso nemmeno permettermi di rasentare il suo impeccabile stile in fatto di abbigliamento, figuriamoci mettermi a snocciolare critiche sull’opera che rimangono fuori dalle mie competenze.

Non è quello che mi interessa.

Quanto il fatto che giovani donne (e la maggior parte degli uomini) pensino che nei loro genitali ci sia qualcosa che non vada perchè non rispecchiano l’immagine mentale o reale che, secondo i portatori di tali genitali, essi dovrebbero riflettere.

Sono stronzate.

Qualcuno o qualcosa ce le ha insegnate ma sono emerite stronzate.

Ve lo dice una che ha passato anni a fare la guerra a un corpo che secondo lei non andava bene (la mia vulva però mi è sempre piaciuta per fortuna, lo ammetto.)

Salvo poi fare lo switch definitivo che l’ha fatta dire: “Oh merda ma davvero si può vivere così bene senza tutte quelle pippe mentali? Ci fossi arrivata prima.”

Lasciamo stare le giornate no, quelle che capitano a tutti ma sopratutto a tuttE, nelle quali vedi Zio fester allo specchio che vomita maglioni sgualciti laddovve il giorno prima vedevi una pin up.

A parte quelle.

Chi ci ha insegnato come dovrebbero essere i nostri genitali? Da dove lo abbiamo imparato?

Fatevi delle domande, datevi delle risposte.

Ritorniamo a quello che dicevamo qui, ovvero che la pornografia è un prodotto e in quanto tale viene costruito a misura. Lo sapete che il classico step necessario nell’immaginario comune per entrare nel porno, ovvero fare una scena lesbo per uomini è invece frutto di selezioni e casting ad hoc? Per fare scene “lesbo” in produzioni dedicate al mercato classico del porno, dovete avere la vulva fatta in un certo modo.

Non sto parlando di queste produzioni, ma dei classiconi su cui si pippano la maggior parte dei giuovinetti li dietro.

E’ come un concorso di bellezza o di culturismo, l’altezza delle hostess. Si decidono dei canoni e si seleziona. Non trovo sia nulla di così strano e nemmeno disdicevole, se non per il fatto che milioni di persone poi prendono questi canoni a misura della loro realtà e della loro autostima.

Già. Avete visto spesso vulve con labbra asimmetriche o sporgenti in scenette spontanee come la faccia di Barbara D’Urso che vedono protagoniste ninfette in realtà lesbiche quanto S’Agnese? No? Vara te che caso. E i peni? solo cazzi dritti, non intendo eretti che quella è cosa ovvia e tecnicamente necessaria. Intendo dritti e svettanti come le torri di Dubai.

Venosi come tronchi di faggio centenari delle prealpi bellunesi. Dell’annosa questione misure del pene parleremo, fremete.

Ordunque

Se avete imparato come dovrebbero essere i vostri genitali dalle rappresentazioni figlie di una produzione che nasce con scopi commerciali, beh. Bel casino. Però abbiamo gli strumenti per liberarci di questa cosa, uno di questi e parlare e confrontarsi.

So, per testimonianze privatissime, di giovani donne che si sono sentite dire, durante un amplesso, che la loro vulva era strana.

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 Sorvoliamo sul fatto che se uno che sta per leccarmela o fare qualsiasi altra cosa,

perde del tempo a fare misurazioni auree sulla mia vulva si becca un calcio sulle gengive.

Sorvoliamo su ciò. E con serietà riflettiamo sul fatto che ci sono persone, e ce ne saranno sempre di più se non parliamo di queste cose, che sono fermamente convinte che esistano canoni anatomici così ristretti da rendere strano tutto ciò che non rientra nelle possibili selezioni di un casting per la produzione di un bene di consumo.

L’ho già detto che il porno a me piace? si?

Lo ripeto che poi qualcuno non pensi che sia tutta una filippica moralista sulla pornografia mainstream, ma per fortuna esiste anche altro. Peccato che poi questo “altro” desti reazioni non sempre rosee.

E’ il caso della post-pornografia, della quale sono una totale newbie ma non posso esimermi dal parlarne.

Perchè sempre li torniamo, quelli sono i genitali a portata d’occhio ancora di più di quelli di carne, visto che di norma non siamo avezzi a pigiama party e briscolate durante le quali ci misuriamo grandi e piccole labbra e glandi e scroti, forse apprezzare una pornografia diversa da quella mainstream può aiutare.

Nel post porno si fa meno uso di stereotipi più o meno palesi, e resta più spazio per la diversità e la consapevolezza di sè. Io ora cito Mia Engberg, il suo lavoro Come together può piacere o no, non è detto che piaccia nemmeno a me solo perchè lo cito.

Ma sempre in questo articolo, ho letto delle reazioni che i suoi corti riguardanti donne che si masturbavano hanno suscitato alla proiezione allo Stockholm film festival.

perchè queste donne sono così brutte?

perchè non si truccano?

Ora io non sono qua a dire che vi fate le seghe sulle cose sbagliate, ci mancherebbe.

Ma che la realtà, la sessualità, l’anatomicità delle persone è ben più complessa di quella che potete imparare limitandovi a youporn. E’ dura da accettare per molti. Ma prima lo fate meglio state.

ossequi